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Come prevenire la malatia  venosa cronica (MVC)

L’ELASTOCOMPRESSIONE

L’elastocompressione, esercitando dall’esterno una spinta gradualmente decrescente dal piede verso la coscia, agevola la risalita del sangue lungo l’arto inferiore.Tale presidio contrasta in maniera abbastanza efficace lo sfiancamento della parete venosa, la dilatazione del vaso e la conseguente insufficienza valvolare

(insufficienza venosa cronica o malattia venosa cronica degli arti inferiori)

L’elastocompressione è indicata nella prevenzione e nella terapia della malattia venosa cronica degli arti inferiori.

Nella prevenzione sono sufficienti compressioni comprese tra i 40 ed i 70 den. Mentre le calze terapeutiche hanno compressioni notevolmente superiori.


Il tipo di tutore elastico (gambaletto, monocollant, collant etc) da adottare e la sua gradazione sono in funzione della situazione emodinamica venosa da correggere. Per ogni situazione clinica occorre individuare il tutore elastico più idoneo.

L’elastocompressione previene l’insorgenza della malattia venosa cronica in presenza di fattori predisponenti (familiarità, obesità,) ed in situazioni favorenti l’insorgenza (gravidanza, terapie estro- progestiniche, lavoro in piedi soprattutto in ambienti caldo-umidi e di notte).

Se adottata con finalità terapeutica riduce il disagio provocato dai sintomi ed è in grado di rallentare l’evoluzione della malattia venosa cronica, ma non di guarirla: l’insufficienza venosa è una malattia degenerativa e quindi progressiva.

L’elastocompressione consente un’ efficace prevenzione della Trombosi Venosa Profonda e dell’Embolia Polmonare in pazienti trombofilici, varicosi, immobilizzati (per allettamento,traumi, lunghi viaggi,etc), in gravidanza o in corso di tromboflebite acuta.

L’elastocompressione non è alternativa al trattamento chirurgico delle varici,se non nei casi in cui questo è controindicato.

L’elastocompressione è un valido supporto nel postoperatorio e dopo scleroterapia di grosse vene accelerando i tempi di guarigione e consolidandone i risultati.

L’elastocompressione ha però un limite funzionale e terapeutico troppo spesso misconosciuto: la calza elastica per funzionare in maniera ottimale deve essere indossata da una gamba quasi perfetta. Il tutore elastico infatti per essere efficace deve esercitare una compressione gradualmente decrescente dal piede verso l’alto ed è in grado di farlo solo se applicato ad un arto proporzionato ed armonico in tutti i suoi diametri: in altri termini in un arto inferiore perfetto e dunque quasi ideale. Tutte le volte che nella realtà prescrittiva ci si allontana da questo arto ideale l’efficacia del tutore elastico si riduce in proporzione, fino a divenire inutile, se non addirittura controproducente (“i cassetti sono pieni calze elastiche indossate una sola volta”).